Cos'è?
In assenza di patologie i livelli
di glucosio nel sangue sono mantenuti entro uno stretto
intervallo; questo equilibrio è regolato soprattutto dagli ormoni pancreatici: in particolare all'aumento della glicemia si associa l'aumento
del trasporto di glucosio nelle cellule ß-pancreatiche con conseguente rilascio
in circolo di insulina. L'aumento di insulina a sua volta stimola il trasporto
e l'utilizzazione del glucosio da parte dei tessuti periferici (in particolar
modo il fegato, i muscoli scheletrici e il tessuto adiposo). Oltre agli effetti
sull'omeostasi glicemica, l'insulina regola la crescita cellulare, favorisce la
sintesi dei carboidrati, dei grassi, delle proteine e
regola infine l'espressione di numerosi geni. L'insulino-resistenza è una
condizione caratterizzata da una diminuzione degli effetti biologici
dell'insulina; in altri termini, è una condizione nella quale le quantità
fisiologiche di insulina producono una risposta biologica ridotta, specie a
livello dell'omeostasi glicemica. L'iperglicemia persistente stimola il pancreas a secernere quantità maggiori di insulina,
determinando così iperinsulinemia ....
La resistenza insulinica inoltre modifica il fisiologico metabolismo lipidico determinando un quadro di dislipidemia caratterizzato
dall'aumento in circolo di trigliceridi,
diminuzione dei livelli di colesterolo HDL e dalla presenza di particelle LDL più piccole e dense (sdLDL), fortemente aterogene. Oltre ad aumentare il rischio trombotico,
l'insulino-resistenza determina anche sodio-ritenzione, causando quindi
ipertensione arteriosa.
L'insulino-resistenza non è di per sé una condizione clinica definita ma
contribuisce significativamente alla patogenesi del diabetemellito
tipo 2, dell'obesità, della dislipidemia, dell'ipertensione, della statosi
epatica non alcolica e della sindrome dell'ovaio policistico (PCOS). Secondo alcuni ricercatori potrebbe esserci
un legame tra l'insulino-resistenza ed alcune forme di cancro. Il meccanismo
fisiopatologico di questa associazione non è noto.
Nel 2001, l'ATPIII (Adult Treatment Panel III) ha definito la sindrome
metabolica come “un insieme di fattori di rischio di natura metabolica,
connessi all'insulino-resistenza” indicando l'importanza della stessa nello
sviluppo della malattia cardiovascolare.
Le cause che determinano insulino-resistenza non sono del tutto note. In tutti
i casi appare come una realtà multifattoriale in cui pesano sia fattori
genetici, inclusi fattori etnici, sia l'inadeguato stile di vita, in
particolare una dieta ipercalorica accoppiata ad uno scarso esercizio fisico.
Nella maggior parte dei pazienti l'iperinsulinemia compensa la resistenza
insulinica anche per diversi anni. Quando la risposta insulinica non è più
adeguata alle richiesta si instaura uno stato iperglicemico che può
progressivamente evolvere verso il diabete mellito tipo 2.
Esami
Per identificare un soggetto insulino-resistente sono comunemente
utilizzati parametri clinici, ma è necessario integrare il dato clinico con
esami di laboratorio al fine di identificare, nella popolazione a rischio,
soggetti su cui intraprendere strategie di prevenzione primaria.
Gli esami di laboratorio comunemente utilizzati includono:
·
Glicemia: la quantità di glucosio nel sangue venoso a digiuno è compresa tra
60-110mg/dl. Nel caso in cui questi valori fossero alterati è possibile
effettuare un test da carico orale di glucosio (oGTT).
·
Profilo lipidico: comprende il dosaggio dei trigliceridi, HDL, LDL e colesterolo totale.
Altri esami di laboratorio:
·
Insulina: l'insulino-resistenza è caratterizzata da un aumento
dell'insulinemia.
·
hsPCR (Proteina C Reattiva ad alta sensibilità): livelli aumentati documentano
uno stato pro-infiammatorio cronico subclinico associato ad aterosclerosi.
·
sd-LDL: le lipoproteine LDL piccole e dense sono, insieme ad elevati
livelli di VLDL e trigliceridi, un fattore di rischio aterogeno.
·
Clamp euglicemico iperinsulinemico: esame dinamico di non facile
esecuzione, costituisce un indice della sensibilità dei tessuti all'azione
dell'insulina. Viene eseguito solo in centri specializzati e in genere a fini
sperimentali più che diagnostici.
Terapia Nutrizionale
Oltre l’attività fisica il trattamento efficace che aiuta a combattere l’insulino
resistenza è una giusta e corretta Terapia Nutrizionale. La dieta deve essere a
basso indice glicemico proprio per evitare un’eccessiva secrezione insulinica
da parte del pancreas e, quindi, ridurre l’insulinemia. Importantissimo è la
riduzione della circonferenza vita, che negli uomini deve essere < 94 cm
mentre nelle donne < di 80 cm, in quanto il grasso viscerale contribuisce
negativamente sull’insulino resistenza, vedasi “Sindrome Metabolica”.